Testata per la stampa

Suoni di vita: un progetto di Musicoterapia per i pazienti ricoverati in Terapia Intensiva all’Ospedale Civile di Baggiovara

Grazie alla collaborazione con l'Istituto O. Vecchi - A. Tonelli

Le musicoterapiste all'opera lunedì 4 dicembre
Le musicoterapiste all'opera lunedì 4 dicembre
 
 
Da sinistra: Raffaella Iuvara, Maria Cristina Soccorsi, Elisabetta Bertellini, Elda Longhitano
Da sinistra: Raffaella Iuvara, Maria Cristina Soccorsi, Elisabetta Bertellini, Elda Longhitano

La musica può aiutare i pazienti ricoverati a ridurre lo stress e, quindi, può essere un utile ausilio inuna realtà come la Terapia Intensiva che ricovera pazienti in condizioni spesso critiche. La musica, inoltre, può aiutarli a uscire dal loro isolamento e favorire la comunicazione con i famigliari e i congiunti in visita. Da questa considerazione è nato il progetto Suoni di Vita, di collaborazione tra la Terapia Intensiva dell’Ospedale Civile di Baggiovara e l’Istituto Superiore di Studi Musicali “O. Vecchi – A. Tonelli” per portare la Musicoterapia in Terapia Intensiva.

La fase sperimentale del progetto prevede sei sedute, le prime tre si sono svolte lunedì 4, venerdì 8 e lunedì 11 dicembre; le prossime si svolgeranno venerdì 15 dicembre, lunedì 18, sabato 24 dicembre. Se i risultati saranno quelli attesi l’iniziativa proseguirà anche nel 2018, con lo scopo, tra l’altro, di presentare uno studio strutturato sugli effetti della musicoterapia in Rianimazione che abbia una utile valenza scientifica.

“La musica – spiegato la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Civile e di Anestesia 2 del Policlinico –è da tempo considerata un’utile ausilio alle terapie perché attiva una stimolazione multisensoriale, relazionale, emozionale e cognitiva che consente di ottenere un maggior beneficio dalle cure. recenti studi hanno dimostrato gli effetti benefici sui pazienti ricoverati in Terapia Intensiva per aiutarli non solo a limitare lo stress delle cure, ma anche e soprattutto per comunicare con loro che vivono in una condizione di isolamento. Per questo motivo abbiamo proposto all'Istituto Superiore Musicale Vecchi -Tonelli, che lo ha accolto con favore ed entusiasmo, di sperimentare all'Ospedale Civile, questo progetto.”

 
Alcune delle musicoterapiste nel corso della conferenza stampa (a destra Lucia Boldrini)
Alcune delle musicoterapiste nel corso della conferenza stampa (a destra Lucia Boldrini)

Scopo del progetto è quello di migliorare la qualità della vita delle persone ricoverate in un ambiente molto particolare e difficile come quello della terapia intensiva.“Siamo entusiasti di questa collaborazione – afferma la dottoressa Elda Longhitano Direttore Gestione Operativa Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – che rappresenta un passo in più nell’organizzare i nostri ospedali come luoghi qualificati per prestazioni tecnologicamente avanzate sì, ma anche luoghi dove si vuole mantenere un rapporto con le relazioni, con gli affetti, con il mondo esterno, di cui l’arte fa parte, quindi anche con la musica. Credo che questa possa essere una bellissima esperienza per tutti, anche per medici e personale infermieristico, che talvolta si trovano coinvolti anche emotivamente in situazioni difficili e impegnative”.
Per un Istituto come il nostro– ha commentato il M° Antonio Giacometti, Direttore dell’Istituto Vecchi – Tonelli – fortemente radicato sul territorio con diverse iniziative culturali e che ha attivo un triennio di didattica musicale ad indirizzo musicoterapico è importante poter collaborare con l’Azienda Ospedaliero – Universitaria in questo progetto che ci consente di dare il nostro contributo ad alleviare la sofferenza di pazienti che vivono una condizione difficile. Un progetto che si concentra sull’uomo e che, quindi, ha una sostanziale valenza educativa per i nostri allievi”.
Il progetto prevede incontri a cadenza bisettimanale durante i quali un team di operatori formati eseguiranno trattamenti musicoterapici nei locali della Terapia Intensiva di Baggiovara con i propri strumenti musicali – violino, clarinetto, chitarra e voce – per circa due ore, a beneficio dei pazienti.
“La musicoterapia svolge un’azione di profonda relazione umana, che vede protagonisti, da un lato, il musicoterapista e, dall’altro, il paziente e i suoi congiunti. – spiega la dottoressa Maria Cristina Soccorsi, del Servizio di Anestesia e Rianimazione– Perché la musicoterapia possa funzionare è fondamentale la partecipazione e la collaborazione dei famigliari, che, oltre a fornire ai musicoterapisti informazioni sull’identità sonoro-musicale del paziente in modo di orientare gli interventi, devono essere parte attiva dell’esperienza, interagendo con il proprio caro. La musica può aiutarli a comunicare, a rinforzare un legame che la condizione di ricovero in Terapia Intensiva rende spesso difficile. La seduta è un momento molto intenso in cui è possibile cogliere l’emozione nei volti dei pazienti e delle persone a loro vicine; questo conferma quanto la musica sia immediata nell’arrivare nel profondo ciascuno di noi".

 

La musicoterapia in ospedale

Eleonora, una delle musicoterapiste impegnate il 4 dicembre
Eleonora, una delle musicoterapiste impegnate il 4 dicembre

La musicoterapia è una disciplina con finalità preventive, riabilitative e terapeutiche che viene impiegata sempre più frequentemente in ambito ospedaliero e i cui effetti sono ormai riconosciuti in diversi settori clinici.
La musica può essere unefficace trattamento aggiuntivo per tentare di comunicare con le persone che si trovano nelle condizioni di salute più critiche e che, in alcuni casi purtroppo, hanno difficoltà o non riescono a comunicare con le parole.

La musicoterapia mira ad attivare e a sviluppare quelle potenziali funzioni residue ancora in possesso del paziente che possono consentirgli di comunicare in modo alternativo, ottenendo miglioramenti nella sfera affettiva, motivazionale e comunicativa – ha concluso la dott.ssa Raffaella Iuvara, Coordinatore del Dipartimento di Didattica musicale ad indirizzo musicoterapico - La musica è uno strumento privilegiato per superare il senso d’isolamento che il paziente spesso avverte consentendogli di mantenere o recuperare il contatto con la realtà”.
Dal punto di vista clinico, il beneficio che la musica trasmette alla mente favorisce il rilascio di alcune sostanze che determinano un miglioramento dell’attività cardiaca e donano sensazione generale di benessere, riducendo gli stati d’ansia, di agitazione e limitando la sofferenza e la necessità di assumere analgesici e sedativi.
La musica in terapia intensiva svolge anche un’azione di profonda relazione umana che non si limita solo al rapporto tra il musicoterapista e il paziente. Tutte le persone che sono vicine al paziente potranno risentire di effetti benefici perché la musica può contribuire ad alleviare quei sentimenti di angoscia, disperazione e incertezza molto spesso provati quando avviene il ricovero e durante la degenza del proprio caro. Inoltre, grazie al coinvolgimento attivo dei familiari durante i trattamenti musicoterapici, diventa un momento di serenità e di interazione con il proprio caro.
Il team dei musicoterapisti
Il team di Musicoterapisti impegnato nel progetto è composto da 5 ragazze, di età compresa tra i 20 e i 24 anni, che frequenta l’ultimo anno del triennio di Musicoterapia dell’Istituto Vecchi – Tonelli “È stata un’esperienza magica – hanno commentato le musicoterapiste Eleonora Stefanini e Lucia Boldriniperché ci ha consentito di interagire con i pazienti grazie a questo linguaggio universale e diretto che è la musica.”

 

La Terapia Intensiva dell'Ospedale Civile di Baggiovara

La Terapia Intensiva dell'Ospedale Civile di Baggiovara
La Terapia Intensiva dell'Ospedale Civile di Baggiovara

La Terapia Intensiva dell’Ospedale Civile di Baggiovara ricovera ogni anno circa 1.300 pazienti. Si tratta soprattutto di pazienti vittime di incidenti stradali – l’Ospedale Civile è la struttura Hub della Provincia per i grandi traumi – o con gravi problemi neurologici vista la presenza della Stroke Unitche si occupa di ictus ed emorragie cerebrali. Sono, quindi, pazienti molto complessi e con degenze mediamente molto lunghe.

 
Chiudi la versione stampabile della pagina e ritorna al sito