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COVID19, da Modena lo studio per comprendere come funziona l’infezione

Una ricerca sui markers prognostici e sulla medicina di genere

Erica Villa
Erica Villa

L'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, UNIMORE e Azienda USL di Modena sono protagonisti di uno studio finanziato dalla Banca d’Italia (2 milioni di euro) coordinato dalla professoressa Erica Villa di UNIMORE, Direttore della Gastroenterologia del Policlinico di Modena e del Dipartimento ad Attività Integrata di Medicine Specialistiche dell’AOU di Modena e dal dottor Tommaso Trenti, Direttore del Dipartimento Interaziendale ad Attività Integrata di Medicina di Laboratorio ed Anatomia Patologica.
Si tratta di un primo studio traslazionale in Italia che mira a studiare l’azione del virus COVID-19 sui pazienti per comprendere i meccanismi di danno e, quindi, meglio capire come combatterlo. Obiettivi principali del progetto sono comprendere perché – come si è notato dalle indagini epidemiologiche - la malattia colpisca in maniera maggiore (60%) e con esiti più infausti gli uomini e, più, in generale individuare dei marcatori prognostici specifici per la problematica più grave del COVID-19, cioè quella polmonare.
Io mi occupo da anni di medicina di genere – spiega la prof.ssa Erica Villa – e quindi da subito sono stata molto interessata a capire come mai questo virus colpisce in maniera nettamente più forte gli uomini rispetto alle donne. È probabile che il segreto risieda nella differenza profonda che c’è in diversi aspetti fisiologici tra i due sessi. Scoprire la base di questa differenza, è importante per definire terapie mirate. L’altro aspetto importante è quello di studiare i cosiddetti markers prognostici, cioè marcatori presenti nell’organismo che permettono di predire l’evolversi della malattia e quindi anche in questo caso, utilizzare le terapie più adatte al singolo individuo. Ci siamo resi conto che alcuni marcatori prognostici delle polmoniti che già conoscevamo sono presenti anche nei pazienti COVID1 e potrebbero essere utilizzati come guida per le decisioni terapeutiche”.

 
Tommaso Trenti
Tommaso Trenti

Lo studio è cominciato già da alcune settimane e ha coinvolto, per adesso, in particolare i pazienti ricoverati nella COVID Room dell’Ospedale Civile, diretta dal dottor Giovanni Pinelli, dove da diversi giorni lavorano due collaboratori della prof.ssa Villa, il dottor Marcello Bianchini e il dottor. Filippo Schepis, nell’ambito della collaborazione instaurata tra tutte le strutture dell’AOU di Modena per gestire la crisi. Le analisi sperimentali verranno effettuate sia nel Laboratorio diretto dal dott. Mario Sarti, Struttura Complessa Microbiologia Clinica, afferente al Dipartimento di Medicina di Laboratorio diretto dal dottor Tommaso Trenti, che nel Laboratorio di ricerca della Gastroenterologia del Policlinico di Modena. La parte epidemiologica del progetto sarà portata avanti dal dott. Alessandro Nanni Costa (Ospedale Pediatrico Bambin Gesù) insieme al Dott. Dante Romagnoli, Gastroenterologia di Modena.Ovviamente, c’è un forte interesse di tutti i ricercatori coinvolti in questo progetto ad avere risultati nel più breve tempo possibile, nella speranza che i risultati possano essere di aiuto già nell’immediato futuro.

“Il nostro Dipartimento – ha aggiunto il dottor Tommaso Trenti – si occupa di effettuare le analisi microbiologiche su cui si basa la ricerca. In particolare, scopo di queste analisi è identificar ei portatori asintomatici tramite il test sugli anticorpi, non solo sugli operatori sanitari, ma anche sui nuclei famigliari dei pazienti COVID19 positivi e su altri pazienti senza fattori di rischio per l’esposizione al virus. Altro aspetto importante è Validare i test attualmente in uso e studiare i diversi ceppi virali per capire se il virus in circolazione presente alcune variabili.”

 
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