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Cateteri Venosi Centrali nel paziente pediatrico con malattia oncoematologica: Modena ha coordinato il gruppo di lavoro che ha scritto le linee guida italiane

L'editoriale pubblicato sul numero di novembre del Journal Vascular Access

Iughetti, Cellini, Pancaldi, Meleo
Iughetti, Cellini, Pancaldi, Meleo

L'Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena ha coordinato il gruppo di lavoro che ha scritto le linee guida AIEOP(Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica) sul posizionamento e la gestione dei cateteri venosi centrali (CVC) nel paziente pediatrico con diagnosi di malattia oncoematologica. Il lavoro ha meritato un editoriale sul numero di novembre di The Journal Vascular Access, organo ufficiale dell'Associazione internazionale degli accessi vascolari. Il gruppo di lavoro è stato coordinato dalla dottoressa Monica Cellini, referente dell'Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Modena, diretta dal prof. Lorenzo Iughetti e dalla dottoressa Alessia Pancaldi, medico in formazione specialistica della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell'Università di Modena e Reggio Emilia. Al gruppo di lavoro hanno partecipato i professionisti dei maggiori centri di Oncoematologia pediatrica italiani (Torino, Verona, Genova, Firenze, Roma, Napoli).
Le Linee guida hanno ottenuto l'approvazione della AIEOP e sono state diffuse a tutti i centri riconosciuti. "Questo lavoro - spiega la dottoressa Monica Cellini - si è reso necessario in seguito all'introduzione nel giro di pochi anni di molte novità tecniche che vanno dai nuovi materiali utilizzati per la produzione dei CVC, alle nuove tecniche di posizionamento e ai nuovi presidi utilizzati nella gestione routinaria. Avevamo presente l'esigenza di uniformare per quanto possibile le linee guida esistenti nei vari centri italiani a cui afferiscono i pazienti pediatrici affetti da malattie oncoematologiche con la finalità di ridurre le complicanze (infettive e non) legate all'utilizzo di questi devices".    
La particolarità del lavoro è stata quella di coinvolgere le varie professionalità legate all'utilizzo del CVC (oncologi, chirurghi, anestesisti ed infermieri professionali) tutti con particolare specializzazione in ambito pediatrico così da considerare nel loro insieme tutte le fasi del percorso: dalla indicazione al posizionamento, alla scelta del device, alla modalità di posizionamento ed alle indicazioni gestionali.

 
Emanuela Meleo (Inf. Oncoematologia pediatrica)
Emanuela Meleo (Inf. Oncoematologia pediatrica)

In seguito a questa revisione di linee guida il personale infermieristico del reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Modena ha ideato un Diario del CVC che viene consegnato ad ogni bambino nel momento del posizionamento e che lo accompagnerà durante tutto il percorso terapeutico riportando tutte le informazioni necessarie riguardo a problemi di vario tipo (infezioni, dislocamento ecc.).  
"Il Catetere venoso centrale - spiega la dottoressa Alessia Pancaldi - viene utilizzato soprattutto nei reparti di oncologia pediatrica e dell'adulto e nelle terapie intensive per l'infusione di liquidi, la somministrazione di farmaci endovena, ma anche per la nutrizione parenterale. Il catetere viene inserito in una vena centrale (succlavia, giugulare interna, femorale) e quindi costituisce un presidio importante che deve essere utilizzato da personale specializzato in quanto, soprattutto nei pazienti oncologici, è destinato a rimanere in sede a per lungo tempo. Il CVC è un presidio importante per i bambini non solo per la somministrazione della chemioterapia in sicurezza, ma anche perché elimina la paura e lo stress legato alla venipuntura".    
"Lo sforzo di coordinamento svolto dalle colleghe è stato notevole - conclude il prof. Lorenzo Iughetti - anche perché condotto per la metà del tempo in lock down ma riteniamo che la diffusione delle informazioni sulla corretta gestione del CVC sia condizione necessaria al fine di ridurre il più possibile l'incidenza delle complicanze in generale ed in particolare di quelle infettive che possono riflettersi in maniera pesante sull'ospedalizzazione e sull'andamento della patologia di base".

 
Monica CelliniAlessia Pancaldi
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