
Anche le Aziende sanitarie di Modena aderiscono alla Giornata internazionale per l’eliminazione del tumore della cervice uterina promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come call to action a tutti i Paesi del mondo al fine di raggiungere questo importante traguardo entro il 2030. Le Aziende hanno organizzato oggi un momento di approfondimento con la stampa su una delle principali cause di questo tumore, il Papillomavirus (HPV), un virus a prevalente trasmissione sessuale che può causare lesioni maligne tra cui il tumore della cervice uterina ma anche altri tumori che possono colpire sia l’apparato genitale femminile sia quello maschile.
L’infezione provocata dal virus si può prevenire e combattere con due strategie, ribadite anche dall’OMS: la prevenzione primaria, attraverso il vaccino che l’Ausl offre gratuitamente alle categorie indicate dalla Regione (tra cui ragazze e ragazzi nelle fasce di età più a rischio) e la prevenzione secondaria attraverso lo screening, il Pap Test e l’HPV test, sempre gratuito.
Per promuovere l’importanza della vaccinazione l’Ausl ha organizzato questo pomeriggio, grazie alla disponibilità del Comune di Modena, una sessione di vaccinazione contro l’HPV senza prenotazione in piazza Roma dove sarà posizionato dalle ore 15 alle ore 18 un camper con operatori sanitari. Sempre grazie alla collaborazione del Comune dal 17 al 20 novembre le fontanelle di Piazza Roma saranno illuminate di verde, il colore della Giornata mondiale per l’eliminazione del tumore della cervice.
Per ricevere la vaccinazione nel camper è necessario presentare la tessera sanitaria e un documento di riconoscimento, la prestazione è gratuita per le categorie di persone che rientrano nelle indicazioni regionali, tutte le informazioni sul sito di Ausl Modena nella pagina https://www.ausl.mo.it/servizi-e-prestazioni/vaccinazioni/vaccinazione-hpv/.
E’ riscontrato che la vaccinazione delle ragazze adolescenti è l’intervento più efficace a lungo termine per ridurre il rischio di sviluppare il carcinoma del collo dell’utero ed è per questo che, ormai da diversi anni, la Regione Emilia-Romagna offre la vaccinazione gratuita contro il Papilloma virus alle ragazze e ai ragazzi che hanno compiuto 11 anni. La chiamata avviene tramite una lettera intestata ai genitori del minorenne che le Pediatrie di comunità dell’Azienda USL di Modena inviano alla residenza del paziente oltre ad inviare un sms come promemoria sul cellulare di uno dei due genitori con le indicazioni dell’appuntamento (giorno, ora e luogo). La somministrazione consiste in due dosi a distanza di sei mesi l’una dall’altra.
Secondo le indicazioni regionali la vaccinazione viene offerta gratuitamente anche ad altre categorie di persone: i ragazzi con anno di nascita dal 2006 e le ragazze con anno di nascita dal 1999 (entrambi si possono vaccinare fino al giorno prima del 26esimo compleanno), alle persone con età uguale o inferiore a 45 anni con specifiche condizioni di rischio, alle donne che hanno avuto lesioni correlate all’HPV a cui la vaccinazione viene offerta senza limiti età per ridurre il rischio di recidiva.
Nel 2024 sono state vaccinate dall’Ausl di Modena con almeno una dose circa duemila e seicento donne su un totale di tremila e seicento nate nel 1999 (quindi 25enni) invitate a vaccinarsi. La copertura vaccinale è stata quasi del 73%. Per quanto riguarda le ragazze e i ragazzi che hanno compiuto 11 anni nel 2024, la copertura vaccinale complessiva è stata pari all’83% con un’equa distribuzione tra maschi e femmine. Nel 2025 prosegue l’impegno dell’Ausl di Modena nella prevenzione delle infezioni da HPV: dall’inizio dell’anno vengono invitati i minori che hanno compiuto 11 anni ed è iniziata a novembre la nuova campagna vaccinale per le donne nate nel 2000 mai vaccinate in precedenza.
L’altro strumento fondamentale per combattere il tumore del collo dell’utero è lo screening, che viene effettuato con due modalità: il Pap Test per le donne da 25 a 29 anni da ripetere ogni 3 anni e l’HPV test da 30 a 64 anni, da ripetere ogni 5 anni. Dal 2023, sulla base di un protocollo della Regione Emilia-Romagna, le ragazze che prima dei 15 anni sono state vaccinate con almeno due dosi contro l’HPV vengono chiamate a fare il Pap Test a 30 anni in quanto, grazie alla copertura vaccinale, il rischio di contrarre il virus diventa molto basso. Ricordiamo che sia il Pap Test sia l’HPV test sono esami non dolorosi e veloci, consistono in un prelievo di cellule o materiale dal collo dell’utero con una spatola e uno spazzolino, il campione viene poi inviato in laboratorio.
In provincia di Modena l’adesione delle donne allo screening del collo dell’utero (rilevazione a giugno 2025) è pari al 74%, dato in leggero aumento rispetto all’anno precedente, posizionando la provincia al secondo posto in regione per numero di adesioni.
Nel dettaglio, nel 2024 sono circa 48mila le donne invitate dall’Azienda USL di Modena allo Screening (sia per Pap test sia per HPV test). Il valore aggiunto dello Screening è rappresentato dalla presa in carico totale della donna che viene accompagnata da professionisti qualificati in ogni tappa del percorso di prevenzione, dal test di primo livello fino agli eventuali approfondimenti e trattamenti che si rendano necessari.
Grazie allo screening nel 2024 sono state diagnosticate 164 lesioni di alto grado, (dati Ausl estratti dal programma di screening) ovvero le lesioni per cui è indicato un intervento di asportazione (conizzazione) perché raramente regrediscono da sole, non esistono farmaci utili per trattarle e potrebbero nel tempo evolvere in lesioni tumorali maligne.
Gli interventi di conizzazione vengono eseguiti in anestesia locale in ambulatori collocati in varie sedi della provincia grazie alla collaborazione e integrazione dei professionisti sanitari in una rete che consente di dare alla donna la risposta nel minor tempo possibile e più vicina al luogo in cui vive.
Va infatti sottolineata l’importanza del lavoro di rete del sistema screening tra i professionisti territoriali e i nodi ospedalieri delle tre Aziende sanitarie, una costante collaborazione per ottimizzare il percorso di prevenzione e cura.
Proprio in quest’ottica di collaborazione e condivisione a livello provinciale ogni mese i professionisti sanitari si incontrano per discutere insieme i casi più complessi e impostare la strategia più appropriata per la paziente.