Donazione da cuore non battente: doppio trapianto all’AOU di Modena

Il prelievo degli organi eseguito all’Ospedale di Baggiovara, il trapianto dei reni e del fegato effettuato al Policlinico. I riceventi stanno tutti bene e sono stati dimessi.

 
Le sale operatorie del Policlinico

Doppio trapianto di rene e trapianto di fegato eseguito all’inizio di febbraio al Policlinico di Modena su due pazienti di 61 e di 54 anni che stanno bene e sono stati dimessi. Una nuova speranza nata dalla generosità della famiglia della donatrice, una giovane donna deceduta all’Ospedale Civile di Baggiovara per un arresto cardiaco. Proprio nella causa della morte della donatrice sta la particolarità di un intervento sempre complesso che, però, viene svolto già da anni al Policlinico.
L'Ospedale di Baggiovara, infatti, è tra i 3 centri in Regione (insieme a Cesena e Parma) in cui è possibile effettuare donazioni a cuore fermo.
In un perfetto esempio dell’importanza della gestione unica in capo all’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, i due interventi sono durati complessivamente oltre 6 ore e hanno coinvolto il prof Salvatore Micali dell’equipe di Urologia, diretta dal prof. Giampaolo Bianchi, il dottor Giovanni Ragazzi di quella di Chirurgia Vascolare, diretta dal dottor Roberto Silingardi, il dottor Francesco Fontana di quella di Nefrologia e Dialisi, diretta dal prof. Gianni Cappelli, dall’equipe di Chirurgia dei Trapianti diretta dal prof. Fabrizio Di Benedetto che ha operato assieme al dottor Gian Piero Guerrini, e le équipe di anestesisti dei due ospedali, una diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini e l’altra diretta dal prof. Massimo Girardis.
Reni e fegato vengono prelevati dai chirurghi vascolari, insieme al rianimatore e, per il fegato, all’equipe della chirurgia dei trapianti. La procedura prevede il posizionamento di un’apparecchiatura per l’assistenza cardiocircolatoria extracorporea (ECMO) che garantisce la funzionalità degli organi addominali, il fegato e i reni, limitandone il danno da mancanza di sangue. Tale procedura viene effettuata in Terapia Intensiva al letto del donatore dal Chirurgo Vascolare in collaborazione con il Rianimatore e con l’equipe di prelievo che prende in consegna l’organo per il trapianto. Grazie a questa procedura questi organi hanno le stesse chance di successo di a quella degli organi prelevati a cuore battente. Questo tipo di donazione è un’importante risorsa per la riduzione dei tempi di attesa, e certifica l’alta qualità delle cure e dei trattamenti offerti al pubblico.
La legge in Italia sancisce che per determinare la morte con criteri cardiologici occorre osservare un’assenza completa di battito cardiaco e di circolo per almeno 20 minuti: tale condizione determina con certezza una necrosi encefalica, con la perdita irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo stesso. La donazione “a cuore fermo” in Italia è regolata dai medesimi riferimenti legislativi ed etici della donazione da donatore in cui la morte è accertata con criteri neurologici. L’arresto cardiaco ha tempistiche più stringenti della morte cerebrale e, quindi, occorre decidere più in fretta e agire velocemente. Questo tipo di donazione richiede inoltre l’utilizzo di sofisticati strumenti dedicati alla conservazione degli organi prelevati che viene applicata appena accertata la morte cerebrale.

 
Fabrizio Di Benedetto
Fabrizio Di Benedetto
Gianni Cappelli
Gianni Cappelli
 
Roberto Silingardi
Roberto Silingardi
Giampaolo Bianchi
Giampaolo Bianchi
 
Elisabetta Bertellini
Elisabetta Bertellini
Massimo Girardis
Massimo Girardis
 
 
 
 
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