Parla modenese il congresso internazionale di Dermatologia che si è tenuto a Milano

Il prof. Giovanni Pellacani è presidente del meeting ed il prof. Michele De Luca è uno dei relatori

Giovanni Pellacani
Giovanni Pellacani

Il prof. Giovanni Pellacani di Unimore, Direttore della Struttura Complessa di Dermatologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ha presieduto il 24esimo Congresso internazionale di Dermatologia, WCD2019, che si è tenuto a Milano dal 10 al 15 giugno. Con lui nel capoluogo lombardo tra i relatori centrali di questo evento anche il prof. Michele De Luca, Direttore del Centro di Medicina Rigenerativa "Stefano Ferrari" di Unimore.

"Siamo molto orgogliosi che il World Congress of Dermatology - ha affermato il prof. Giovanni Pellacani di Unimore - torni in Italia dopo 47 anni. Tra i temi del Congresso, giunto quest'anno alla 24esima edizione, troviamo i nuovi farmaci appena arrivati sul mercato, come quelli per la cura della psoriasi capaci di far scomparire la malattia con altissimi profili di sicurezza; le tecnologie diagnostiche non invasive che consentono di fare meno biopsie; le nuove frontiere della medicina estetica che non punta più al riempimento ma al rimodellamento ed alla rigenerazione dei tessuti".

L'evento, che si tiene ogni quattro anni dalla sua fondazione, nel 1889, riunendo esperti provenienti da tutti i continenti per condividere esperienze e conoscenze, rappresenta un'occasione unica per approfondire le più recenti scoperte scientifiche, i progressi ottenuti e il loro impatto nella pratica ospedaliera.

"Particolare risalto - aggiunge Giovanni Pellacani - è stato dato agli scenari futuri della ricerca e della dermatologia clinica". Oltre al modenese Giovanni Pellacani, spicca nel programma di questo appuntamento la presenza di un altro illustre docente modenese il prof. Michele De Luca, professore all'Università di Modena e Reggio Emilia e Direttore del Centro di Medicina Rigenerativa "Stefano Ferrari", studioso delle cellule staminali epiteliali, famoso per aver curato e salvato la vita alcuni anni fa a un bambino siriano affetto dalla epidermolisi bollosa, una grave malattia genetica, grazie ad una innovativa terapia genetica cellulare.

 
 
 
 
 
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