Gli ospedali modenesi e la medicina di genere

La prof. Erica Villa ospite del Parlamento Europeo

La prof.ssa Erica Villa
La prof.ssa Erica Villa

Il 27 giugno scorso la prof.ssa Erica Villa, Direttore della Struttura complessa di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è stata invitata a Bruxelles al Parlamento Europeo per intervenire alla tavola rotonda “Towards a gender sensitive medicine: matters, tools and policies.Good practices from Italy and Germany ”. L’iniziativa aveva l’obiettivo di discutere i passi necessari alla diffusione di una cultura di genere nella medicina e nelle politiche sanitarie degli Stati membri dell’Unione Europea. I maggiori rappresentanti delle autorità pubbliche e del mondo accademico di tutto il Continente si sono confrontati per valutare al meglio e approfondire le azioni che l’Europa può mettere in campo per creare una maggiore attenzione sulle specifiche condizioni di salute e sanitarie di uomini e donne.
La prof. Erica Villa ha portato la sua esperienza nelle buone pratiche sulla medicina di genere soprattutto nel campo dell’epatologia.

Professoressa Villa su cosa si è incentrato il suo intervento a Bruxelles?
Il mio intervento si è focalizzato soprattutto sul far vedere come le malattie di fegato siano caratterizzate da una grossa differenza, in termini sia di incidenza ma anche di severità o di possibilità terapeutiche, fra sesso maschile e femminile

Quali sono i punti di forza dell’epatologia modenese nel campo della medicina di genere?
Noi già da lungo tempo stiamo studiando l’impatto delle infezioni virali nel determinare la severità delle malattie epatiche in dipendenza dei diversi periodi riproduttivi (età fertile, menopausa). Proprio in questi giorni è stato accettato per la pubblicazione sulla rivista Journal of Hepatology (che è l’organo della società europea per lo studio del fegato, EASL), un nostro studio che dimostra come le donne portatrici di Epatite C abbiano un maggiore rischio di aborti e di problematiche durante la gravidanza molto maggiore rispetto alle donne senza epatite o con l’epatite B.

Come è stata l’esperienza del Parlamento Europeo?
Molto interessante ed anche molto curiosa: a partire all’edificio, enorme e lussuoso, alla quantità di persone presenti e di attività in corso in contemporanea.

Il Parlamento Europeo, da sempre impegnato ad elevare e migliorare gli standard sanitari degli Stati membri dell’UE, ha più volte sottolineato la necessità di favorire una ricerca medica attenta a tutti i profili sanitari. La recente risoluzione parlamentare sulle opzioni dell'UE per un miglior accesso ai medicinali invita infatti la Commissione a promuovere la ricerca pubblica e privata sui farmaci nei pazienti di sesso femminile, a porre rimedio allo squilibrio di genere nella ricerca e nello sviluppo e a consentire a tutti i cittadini di beneficiare di un accesso più equo ai medicinali. In Italia il dibattito sul tema ha assunto grande rilevanza in seguito alla presentazione alla Camera dei Deputati, il 12 febbraio 2016, della Proposta di Legge che vede prima firmataria l’On. Paola Boldrini, “Disposizioni per favorire l’applicazione e la diffusione della medicina di genere”, che è stato inserito e approvato come emendamento della Camera al DDL Lorenzin.

 
 
 
 
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