Donazione di organi a cuore fermo, una realtà anche a Modena

All’Ospedale Civile di Baggiovara prelevati i reni di un uomo deceduto per arresto cardiaco

La Terapia Intensiva dell'Ospedale Civile
La Terapia Intensiva dell'Ospedale Civile

La donazione di organi a cuore fermo è realtà anche a Modena. Il 18 ottobre 2017, all’Ospedale Civile di Baggiovara, è stato eseguito un prelievo multiorgano a cuore fermo da un paziente deceduto per arresto cardiaco irreversibile. Questo tipo di prelievo è la prima volta che viene effettuato sul territorio modenese, si tratta infatti di un intervento innovativo che in Italia viene effettuato in pochissimi centri d’eccellenza. Entrambi i reni sono stati prelevati dall’equipe di Chirurgia Vascolare, diretta dal prof. Roberto Silingardi, da quella di Anestesia e Rianimazione, diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini, in collaborazione con l'equipe della Chirurgia dei Trapianti, diretta dal prof. Fabrizio Di Benedetto.

La donazione è stata possibile grazie alla generosità della famiglia del donatore che ha assecondato la volontà del proprio congiunto.
Questo tipo di donazione richiede inoltre l’utilizzo di sofisticati strumenti dedicati alla conservazione del fegato. La tecnologia attuale permette infatti di ri-ossigenare a temperature e pressioni controllate il fegato prelevato, al fine di migliorarne la performance prima del trapianto. Il posizionamento della circolazione extracorporea è stato effettuato completamente per via percutanea utilizzando le moderne tecniche endovascolari e questo, anche grazie alla grande esperienza maturata nella chirurgia vascolare di Modena.

Dopo 4 ore di circolazione extracorporea il paziente è stato condotto in sala operatoria per il prelievo dei reni, eseguito dal dott. Giovanni Ragazzi dall’equipe di Chirurgia Vascolare dell'Ospedale Civile di Baggiovara, in collaborazione con l'equipe della Chirurgia dei Trapianti, diretta dal Prof. Fabrizio Di Benedetto. I reni sono stati poi trapiantati con successo all’Ospedale S. Orsola di Bologna in un unico ricevente.

Questa procedura consente di estendere il numero dei potenziali donatori, comprendendo donatori che un tempo non era possibile prendendone in considerazione, contribuendo a ridurre la “cronica” carenza d’organi che determina lunghi periodi di attesa in lista, con conseguente rischio di uscita dalla stessa per la progressione della malattia e la conseguente impossibilità di affrontare un trapianto.

 
 
 
 
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