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AOU Modena, i Pronto Soccorso tengono, ma restano sotto pressione

A cavallo dell’anno sono stati aumentati gli spazi dedicati all’area filtro per pazienti sospetti-Covid. È fondamentale che la popolazione non sovraccarichi né le strutture, né le l’attività di ambulanza con richieste che esulano dall’emergenza

Giuseppe Pezzuto
Giuseppe Pezzuto

I Pronto Soccorso del Policlinico di Modena e dell’Ospedale Civile di Baggiovara tengono, ma in una condizione di pressione. I cambiamenti logistici e organizzativi volti ad ampliare le zone filtro sono in continua evoluzione. Per il momento al Pronto Soccorso del Policlinico sono stati resi disponibili 10 ulteriori posti per sospetti-Covid per un totale di 15 postazioni e al PS di Baggiovara è stata creata una nuova zona filtro per 4/6 pazienti. Ulteriori incrementi saranno certamente necessari, almeno fino a quando non diminuiranno le necessità di ricovero. Proprio per questo, è fondamentale che la popolazione non sovraccarichi né le due strutture, né le l’attività di ambulanza con richieste che non competono ai Pronto Soccorso, limitandole ai soli casi effettivi di emergenza e/o urgenza.  
Le difficoltà a cui devono far fronte attualmente i due Pronto Soccorso modenesi riguardano anzitutto la necessità di gestire la sovrapposizione di pazienti con patologia solo Covid, quelli con patologia non-Covid e quelli positivi al Sars-CoV2 ma che accedono per altre problematiche. L’insieme di tale casistica rende complessa la gestione di questi pazienti nel percorso di ricovero ed in quello di trasporto in ambulanza sia in entrata (chiamata dai cittadini anche quando non necessaria) che in uscita (il personale volontario è in sofferenza).  

Per illustrare la situazione attuale diamo qualche numero. Gli accessi al Policlinico di Modena dall’1 al 31 dicembre 2021 sono stati 3.554 (2.480 nello stesso mese del 2020), di cui 425 (l’11,96%) erano accessi per Covid (483 (il 19,46%) nel dicembre 2020). I ricoveri sono stati 702 (699 nel dicembre 2020). Nel mese di gennaio 2022 il trend si sta mantenendo conforme. Dal 1 al 10 gennaio inclusi, gli accessi di pazienti sono stati 1.141, di cui 246 per Covid e 895 no-Covid, e i ricoveri 224. In particolare, si segnala un’impennata degli accessi per violenza di genere: 29 casi a dicembre 2021 contro i 9 di dicembre 2020.  Similmente, l’OCB ha visto, nel dicembre 2021, 3.382 accessi (nel dicembre 2020 furono 2.396), di cui 148 (il 4,38%) per Covid (a dicembre 2020 se ne registrarono 227, il 9,47%). I ricoveri nell’ultimo mese del 2021 si sono attestati sulle 765 unità, mentre erano sulle 679 nello stesso periodo dell’anno precedente. Anche in questo caso il trend a gennaio 2022 si sta confermando affine. Dal 1 al 10 gennaio inclusi, gli accessi sono stati 1.016, di cui 106 Covid accertati, e i ricoveri 235. 

Come spiega il dottor Giuseppe Pezzuto, Direttore della S.C. di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza al Policlinico di Modena, “il Covid ci sta mettendo a dura prova da due anni a questa parte, ma, per il momento, con un enorme sforzo psicofisico e di risorse, stiamo tenendo. A livello di strutture, ciò è reso possibile anche grazie all’espansione in Pronto Soccorso della zona filtro per sospetti-Covid che abbiamo ricavato sacrificando in parte l’Osservazione Breve Intensiva (Obi), trasferita in altra area. Nel complesso, l’area filtro per pazienti Covid può tenere al momento 15/20 pazienti. Si tratta di pazienti che sostano in PS per circa 3-4 ore in attesa di essere ricoverati nel reparto di riferimento (un reparto Covid se positivi o un reparto di riferimento per la loro patologia se negativi)”.E sulle criticità il dottor Pezzuto precisa: “La situazione creata dalla pandemia è complicata ulteriormente dalle procedure necessarie per individuare i pazienti con sintomatologia sfumata e quelli che accedono per altre patologie ma poi si rivelano positivi e vengono indirizzati in reparti Covid. Rispetto alle prime ondate, il “mix-case” ovvero la variabilità di situazioni e patologie è diventata molto più complessa. Da questo punto di vista, dobbiamo continuamente riprogrammare l’idea stessa di assistenza, sia in Pronto Soccorso che nei reparti di degenza”. 

 
Geminiano Bandiera
Geminiano Bandiera

A Baggiovara, dal trasferimento di due ambulatori è stata ricavata ex-novo un’area filtro preposta a valutare i pazienti sospetti Covid (da 4 a 6 pazienti).
Abbiamo intenzione di convertire un ulteriore spazio che ci darebbe la possibilità di espandere l’area filtro ad 8 pazienti. Tutto ciò sacrificando ovviamente spazi ad oggi destinati ai pazienti ordinari”, puntualizza Geminiano Bandiera, Direttore della S.C. di Pronto Soccorso, OBI e Medicina d'Urgenza. Il quale poi prosegue: “Tre sono i punti critici. Primo. Ci sono ancora diverse persone che si recano in Pronto Soccorso per bisogni diversi da quelli coperti dalla nostra attività, vedi ad esempio gli accessi per l’esecuzione di tamponi o per la paura di aver contratto il Covid senza sintomatologia in aggravamento. Queste persone devono rivolgersi non a noi, ma ai canali preposti”. Prosegue poi il dott. Bandiera: “Secondo. A pesare sulla struttura è anche l’impegno delle autoambulanze, talora richieste dagli utenti per situazioni non gravi o nelle quali la persona potrebbe spostarsi autonomamente. In tali condizioni, avendo la precedenza gli accessi in emergenza, può risultare posticipato il trasporto a domicilio dei pazienti dimessi, con ritardi nella disponibilità di posti letto nei reparti e prolungamento dei tempi d’attesa per il ricovero dei pazienti da Pronto Soccorso. Se pensiamo poi anche che il prezioso personale volontario su cui si basa buona parte delle capacità di trasporto del sistema è in sofferenza come il resto del personale sanitario, comprendiamo come l’utilizzo dell’ambulanza sia da limitare solo ai casi in cui il paziente stia davvero male e/o non riesca a muoversi autonomamente”.“Terzo. È vero, al momento stiamo tenendo, ma con enorme carico e fatica. Questo perché dobbiamo far fronte alla doppia casistica dei pazienti Covid che ovviamente hanno un proprio percorso stabilito e dei pazienti che accedono per “altre patologie” e che si scoprono poi essere positivi. Tale seconda casistica richiede un dispendio di tempo (3-4 ore), personale dedicato e lavoro molto consistenti. Tutto questo per far capire come di fronte a una casistica così difforme venga richiesto al Pronto Soccorso un approccio sempre più oneroso”.
E i due direttori concludono all’unisono: “In questo momento di evidente estrema difficoltà, chiediamo con forza alla popolazione di attenersi a queste regole di ragionevole ed etica convivenza di comunità”. 

 
 
 
 
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