Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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Giornata Nazionale del Mal di Testa: l’impegno del Centro Cefalee del Policlinico di Modena

Una persona su sette ne soffre: sono migliaia le persone che ogni anno vengono visitate in AOU e che possono quindi avere una diagnosi ed accedere a una specifica terapia

Da sinistra Simona Guerzoni, Flavia Lo Castro, Daria Brovia
Da sinistra Simona Guerzoni, Flavia Lo Castro, Daria Brovia

Il 18 maggio si celebra in tutta Italia la Giornata Nazionale del Mal di Testa, promossa dalle principali Società Scientifiche per accendere i riflettori su una patologia ancora troppo spesso sottovalutata: l’emicrania. L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena partecipa attivamente a questa ricorrenza attraverso il lavoro quotidiano del Centro Cefalee del Policlinico, uno dei centri hub della rete regionale dell’Emilia-Romagna, impegnato da anni nella diagnosi e nella cura delle cefalee più complesse.
L’emicrania colpisce circa il 15% della popolazione globale – una persona su sette – ed è stata classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come la seconda causa di disabilità neurologica al mondo e la prima per le persone sotto i 50 anni. In Italia, la Legge 81 del 14 luglio 2020 ha riconosciuto le forme croniche di cefalea primaria come malattia sociale, attribuendo dignità e attenzione a una condizione che ha un impatto significativo non solo sulla salute, ma anche sulla qualità della vita e sulla produttività delle persone colpite.
«Oggi celebriamo una patologia ancora molto stigmatizzata, sotto trattata e sotto diagnosticata – afferma la Dottoressa Simona Guerzoni, Direttrice del Centro Cefalee del Policlinico di Modena – è una patologia di genere, che colpisce in modo prevalente le donne, con un rapporto di 4 a 1 rispetto agli uomini, e ha un impatto importante proprio nella fascia d’età più produttiva della vita, tra i 30 e i 50 anni. Per questo parliamo di una vera emergenza sociale, oltre che sanitaria».
A Modena il Centro Cefalee è un punto di riferimento regionale e nazionale per le forme più complesse e resistenti ai trattamenti standard.
«Siamo un centro di terzo livello – spiega la Dottoressa Flavia Lo Castro, dirigente medico del Centro Cefalee – e trattiamo prevalentemente pazienti con cefalee croniche, spesso farmaco-resistenti. Facciamo circa 5.000 prestazioni l’anno, con pazienti indirizzati dai medici di medicina generale o dai colleghi neurologi. Negli ultimi anni abbiamo potuto offrire ai nostri pazienti l’accesso a terapie innovative, come gli Anticorpi Monoclonali e Tossina Botulinica. L’implementazione di ambulatori dedicati ci consente di ampliare l’offerta terapeutica e dare finalmente risposte concrete a chi ha convissuto per anni con il dolore, senza trovare soluzioni efficaci».
Accanto alla complessità clinica, esiste un tema culturale ancora irrisolto: la minimizzazione del problema.
«Purtroppo molti pazienti tendono ad autogestirsi con farmaci da banco – sottolinea la Dottoressa Daria Brovia, dirigente medico del Centro Cefalee – perché non sanno che esistono terapie in acuto specifiche e trattamenti di profilassi altamente efficaci. Questo succede a volte anche per colpa della sottostima della malattia da parte del mondo medico stesso. Il nostro obiettivo è educare, formare e informare, perché l’emicrania venga riconosciuta come merita, con la giusta dignità, e perché ogni paziente abbia accesso a un percorso di cura dedicato, in grado di migliorare concretamente la qualità della sua vita».

 
 
 
 
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