Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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All’AOU di Modena un primato europeo nella resezione robotica del fegato

Per la prima volta una tecnica innovativa di epatectomia in due tempi con approccio completamente robotico

L'equipe della Chirurgia Epatobiliopancreatica
L'equipe della Chirurgia Epatobiliopancreatica

Una nuova tecnica chirurgica robotica è stata applicata con successo all’Ospedale Civile di Baggiovara dall’equipe del prof. Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia Epato-Bilio-Pancreatica e dei Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, col supporto anestesiologico dell’equipe di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Civile, diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini e del personale del Blocco Operatorio dell’AOU di Modena, Policlinico e Baggiovara. Si tratta del primo caso riportato in Europadi una complessa tecnica di epatectomia in due tempi chiamataALPPS (Associating Liver Partition and Portal vein ligation for Staged hepatectomy, ovvero associazione di partizione epatica e legatura portale per epatectomia in due tempi) con approccio roboticoper epatocarcinoma con trombosi portale. Il paziente sta bene ed è stato dimesso in terza giornata dal secondo intervento in ottime condizioni generali. 
“L’ALPPS– spiega il prof Fabrizio Di Benedetto– è una complessa tecnica di epatectomia in due tempi, cioè svolta tramite due interventi chirurgici, che viene adottata quando il paziente necessita di una resezione epatica maggiore ma non ha un volume residuo di fegato sufficiente per far fronte alle necessità dell'organismo. La tecnica prevede che nel primo intervento venga sezionato il parenchima epatico che si desidera rimuovere e legato il ramo portale ad esso afferente, così da indurre una ipertrofia compensatoria dell'emifegato che invece dovrà rimanere. Passati 8 giorni il nostro paziente ha avuto un incremento di quasi il 100% del volume residuo, pertanto abbiamo potuto completare l'intervento con il secondo tempo, ovvero l'asportazione definitiva dell'emifegato interessato dalla malattia”. 
L’ALPSS non è di per sé una tecnica nuova e viene già applicata con tecnica “open” in casi sia di tumori primitivi del fegato sia di quadri di diffusa presenza di metastasi epatiche. Stando però a quanto riportato fino ad oggi nella letteratura scientifica internazionale si tratta del primo caso con queste caratteristiche approcciato con tecnica robotica. “La novità rappresentata dal nostro caso– precisa il prof. Di Benedetto- è data dalla tecnica completamente robotica utilizzata per entrambi gli interventi e dall’indicazione, ovvero la presenza di un epatocarcinoma, un tumore primitivo del fegato aggravato da trombosi portale. Il caso clinico è stato studiato nei minimi dettagli grazie anche ad una ricostruzione tridimensionale dell’immagine TC per lo studio delle caratteristiche anatomiche e vascolari del fegato, in modo da incrementare la sicurezza della procedura. Questo approccio ha permesso di ridurre le complicanze e garantire una rapida ripresa al paziente". 
“Questi successi rappresentano l’eccellenza che desideriamo valorizzare con la creazione della Scuola di Chirurgia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Sarà uno stimolo per i nostri giovani, e la dimostrazione che nel nostro Paese è possibile investire concretamente sullo sviluppo e sull’innovazione” – ha commentato il prof. Giovanni Pellacani, Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
“Si tratta della prima volta che viene eseguita una ALPPS completamente robotica per epatocarcinoma, un importante traguardo nelle cure oncologiche che testimonia la qualità e la crescita della ricerca presso il nostro Ateneo. Per realizzare questo successo è stato fondamentale il contributo di tutto lo staff del reparto che dirigo, un gruppo giovane e altamente motivato esperto nella chirurgia del fegato e dei trapianti. Fondamentale inoltre l’ambiente costruito dalla Direzione Ospedaliera, che tramite l’unione delle Aziende Policlinico e Baggiovara ha saputo valorizzare il lavoro dei professionisti ottimizzando le risorse” – ha infine concluso il prof. Di Benedetto.
I due interventi si sono svolti entrambi all’Ospedale Civile di Baggiovara, dove è presente il Robot Da Vinci. Sono durati circa sei ore. In sala erano presenti insieme al prof. Di Benedetto il dott. Paolo Magistri ed il dott. Giacomo Assirati.

 
Nelson Bova, nell'edizione delle 14,00 del TG3 Regionale racconta questo nuovo approccio robotico provato per la prima volta all'Ospedale di Baggiovara
 
 
 
 
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