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Patologie autoimmuni in pazienti COVID: case study modenese pubblicato su Journal of Hepatology

La Medicina Interna Metabolica dell’Ospedale Civile centro di riferimento per diverse patologie autoimmuni del fegato

Da sinistra Cursaro, Andreone, Bartoli
Da sinistra Cursaro, Andreone, Bartoli

Che rapporto c’è tra l’infezione Sars-Cov2 e l’insorgere di patologie autoimmuni? Un case study della Struttura Complessa di Medicina Interna Metabolica dell’Ospedale Civile, diretta dal Prof. Pietro Andreone, è in corso di pubblicazione sul Journal of Hepatology, importante rivista internazionale dell’Associazione Europea per lo Studio del Fegato (EASL). Tra i firmatari, anche la dottoressa Alessandra Bartoli, specializzanda in Allergologia e Immunologia Clinica di UNIMORE, e la dottoressa Carmela Cursaro, epatologa dell’Ospedale Civile.

Il caso – commenta il Prof. Pietro Andreonesi riferisce a una paziente di 44 anni, positiva al COVID, che ha visto l’insorgenza di ben due patologie autoimmuni: la Colangite Biliare Primitiva e una malattia neurologica la Sindrome di Guillain-Barré. Ora la paziente è negativa al COVID, è guarita dalla malattia neurologica ed è seguita per la patologia biliare. La sua situazione è sotto controllo. Il caso da noi studiato è interessante, in quanto abbiamo visto come l’infezione da Sars-Cov2 abbia la tendenza a generare quella risposta abnorme e pericolosa del sistema immunitario che è lo stesso meccanismo alla base dell’insorgere delle patologie auto-immuni. Studiare il rapporto tra questa risposta immunitaria e il virus è utile per imparare a comprenderne meglio i meccanismi.”

La Struttura Complessa di Medicina Metabolica dell’Ospedale Civile si occupa della diagnosi e la cura di numerose patologie rare del fegato tra cui le più significative sono la Colangite Sclerosante Primitiva, le Epatiti Autoimmuni e le Colestasi Famigliari oltre alla Colangite Biliare Primitiva. Inoltre, la struttura segue i pazienti con varie patologie del fegato quali la Steatoepatite non-Alcolica, l’Epatite C, B e Delta. Quest’ultima per infettare le cellule epatiche richiede in particolare l’ausilio del virus dell’epatite B, quindi l’infezione si manifesta in soggetti colpiti anche da Epatite B. Nell’anno 2020 l’ambulatorio delle malattie del fegato ha effettuato oltre 1.500 visite e proposto oltre 40 pazienti per il trapianto di fegato o resezioni chirurgiche per soggetti affetti da cirrosi o tumori del fegato.

L’Unità Operativa è molto impegnata nella sperimentazione di nuovi farmaci per il trattamento della Colangite Biliare Primitiva (Elafibranor, Seladelpar e RhuDex) e della Colangite Sclerosante Primitiva (Cilofexor) oltre a nuovi farmaci antivirali per Epatite B (Interferenti della sintesi di RNA virale, Inibitori dell’assemblaggio del Capside e Nucleotidi Antisenso) e per Epatite Delta (Bulevirtide e Lonafarnib).

 
 
 
 
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