Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena
 
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“Cura e prevenzione della calcolosi renale nella popolazione minore Saharawi”

Il Ministro della Salute Pubblica RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica) in visita al Policlinico

“Cura e prevenzione della calcolosi renale nella popolazione minore Saharawi”

Stamattina il Policlinico di Modena ha ricevuto la gradita visita del Ministro della Salute Pubblica RASD (Repubblica Araba  Saharawi Democratica) sig. Salek Baba Hassena accompagnato dai rappresentanti dell’Associazione Kabara Lagdaf – Associazione di Solidarietà del Popolo Sharawi. Il ministro ha voluto ringraziare la struttura modenese per il supporto al progetto “Cura e prevenzione della calcolosi renale nella popolazione minore Saharawi”. Il ministro si è intrattenuto con la dottoressa Francesca Torcasio, Medico di Direzione Sanitaria che ha portato i saluti dell’Alta Direzione, con la dottoressa Anna Rita Di Biase, in rappresentanza del prof. Lorenzo Iughetti, Direttore della Pediatria, e del dottor Pier Luca Ceccarelli, Direttore della Chirurgia Pediatrica e responsabile sanitario volontario del progetto. Si è intrattenuto con i sanitari per circa un’ora – parlando delle esigenze dei bambini del suo popolo – e poi si è trasferito a Palazzo Comunale dove ha incontrato il Sindaco e le Istituzioni cittadine.    
 
Il progetto “cura e prevenzione della calcolosi renale nella popolazione minore Saharawi” nasce nel 2009 e ha come responsabile sanitario volontario il dottor Pier Luca Ceccarelli, Direttore della SC di Chirurgia Pediatrica dell’AOU Modena: l’idea progettuale nasce da un’accurata analisi della situazione sanitaria e ambientale presso i campi profughi, dalla quale si registra una stretta correlazione tra le dure condizioni di vita e la comparsa della malattia. Il progetto si articola su tre pilastri: diagnosi, terapia direttamente in Saharawi, trasferimenti in Italia dei casi più gravi. Dal 2009 sono stati eseguiti 11.257 screening presso le scuole  in Sahrawi per evidenziare eventuali problematiche renali. Nello stesso periodo sono stati operati 192 bambini dei campi profughi utilizzando le strutture sanitarie locali di Rabouni (Ospedale Nazionale) o Bolla, grazie alla costituzione di Commissioni miste e allo scambio di competenze tra i chirurghi italiani e locali. I casi più gravi di calcolosi renale sono stati traferiti e operati presso le strutture dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Dall’inizio del progetto sono stati operati a Modena oltre 50 casi.
 
Questo progetto nasce nel 2008 – ha spiegato il dottor Pier Luca Ceccarelli, Direttore della Chirurgia Pediatrica del Policlinico – quando partecipai a una prima una prima missione per capire i problemi del popolo saharawi. Da qui sono nati i progetti che ho portato avanti prima con W.I.T.H. YOU Onlus (World In Travelling Hospital You) poi con l’associazione Kabara Lagdaf. Il nostro scopo è intervenire sulla calcolosi renale, una malattia che può portare all’insufficienza renale cioè a una patologia gravissima in un contesto così estremo. In Italia, di bambini con la calcolosi renale ne nascono due ogni centomila; in Sahara occidentale, ne nascono cento. Il nostro obiettivo non è solo quello di intervenire sulla contingenza, ma di costruire qualcosa in una terra meravigliosa e complessa, con l’idea di lasciare loro qualcosa di stabile, concreto, funzionante. Da qui le azioni di  sensibilizzazione nei Campi Profughi e presso le scuole sul tema della Calcolosi e della prevenzione sanitaria in Sharawi e azioni di comunicazione in Italia per far conoscere questo luogo così vicino a noi nello spazio ma allo stesso tempo così poco conosciuto.”
 
Come Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – ha ricordato il Direttore generale Claudio Vagnini siamo partner della Regione in questo progetto. Abbiamo predisposto un iter diagnostico-terapeutico dedicato a questa popolazione di piccoli Pazienti, senza interferire con le normali attività assistenziali: in circa 30 giorni si giunge alla conclusione dell’iter diagnostico per poi passare agli interventi chirurgici, tutti eseguiti con tecniche e tecnologie all’avanguardia: tutti i pazienti, infatti, sono stati trattati con tecnica endourologica e sottoposti a litotrissia laser. Sono convinto che una realtà fortunata come la nostra sia in dovere di impegnarsi in contesti difficili a beneficio di una collettività più grande. Il mio ringraziamento va ai professionisti di tutte le strutture coinvolte: Urologia, Radiologia, Medicina Nucleare, Anestesia e Rianimazione, Pediatria, oltre ovviamente alla Chirurgia Pediatrica”.
 
L’Associazione Kabara Lagdaf si occupa degli aspetti logistici, organizzando i viaggi e sostenendo i piccoli pazienti e le loro famiglie nel viaggio e nel soggiorno in Italia. Fondamentale è il loro supporto anche logistico nelle missioni dei professionisti italiani nei territori Saharawi.

 
 
 
 
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